242 è il numero di richieste di conversione di
aree edificabili in agricole, questo il risultato (parziale) dell’ufficio studi di Confedilizia Treviso a
seguito di un’indagine condotta in tutta la provincia di Treviso.
Su 95 comuni interpellati in 31 hanno risposto al
sondaggio promosso da Confedilizia Treviso. Le 242 aree totali riguardano per
il 27,3% i comuni con oltre 20.000 abitanti, per il 14,9% comuni da 10 a 20000
abitanti, per il 36,0% comuni da 5 a 10.000 abitanti e per il 21,9 i comuni
fino a 5.000 abitanti.
Ed i comuni del Quartier del Piave come ne escono da questo sondaggio? Non bene
perché di tutti i comuni interpellati solo Pieve di Soligo e Refrontolo hanno
risposto dichiarando rispettivamente che le conversioni erano, al 31.12.2014,
pari a 2 e a 0.
La richiesta di conversione delle aree edificabili
in agricole è un gravissimo segnale
proveniente dal mercato immobiliare perché certifica uno stato di crisi che non
trova riscontro nei valori deliberati dai comuni ai fini IMU e questo in evidente
violazione di quanto previsto dalla legge.
La seconda parte del sondaggio di Confedilizia
rileva come i valori deliberati dai
comuni siano da anni fermi e questo non è credibile: crollano i prezzi di tutti gli immobili e non quelli
delle aree edificabili ai fini IMU? C’è qualcosa che non va, difatti alla
seconda domanda del sondaggio hanno risposto 27 comuni su 95, di questi 18 non hanno variato il valore delle aree
ai fini imu, 7 hanno apportato aumenti
e solo 2 hanno riportato lievi riduzioni
e solo negli ultimi anni, probabilmente pressati dalle giuste proteste dei proprietari.
Ai comuni è stato inoltre chiesto di comunicare le
indagini di mercato, citate normalmente nelle delibere, a fondamento di quanto
deliberato. Risultato? Nessun comune ha
inviato alcuna prova a sostegno dei valori deliberati.
E il Quartire del Piave come è messo? In completa
media provinciale, anche in questo caso non tutti i comuni hanno risposto:
mancano Moriago e Vidor.
Il problema emerge chiaramente siamo di fronte a
gravissime mancanze politiche e tecniche
che riguardano tutti i cittadini e a questo il proprietario non vede altra
soluzione se non quella di chiedere la conversione dell’area quando invece le soluzioni ci sono tutte, tutte conformi
alla legge, tutte applicabili immediatamente.